Dal 22 ottobre Al 03 novembre

Dopodiché stasera mi butto

uno spettacolo di Generazione Disagio
Calendario
  • Crediti:

    Dopodiché stasera mi butto
    di Generazione Disagio 

    regista e coautore Riccardo Pippa

    con Luca D’Addino, Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi

    consulenza scene e costumi Margherita Baldoni
    luci Alice Colla
    disegni Duccio Mantellassi

    produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini

  • Durata Spettacolo: 70 minuti

Lo spettacolo di Generazione Disagio, Dopodiché stasera mi butto, primo lavoro teatrale del collettivo, è un cinico e spassoso gioco dell’oca che mira all’annullamento. Le tematiche di disagio generazionale, crisi e voglia di cambiamento vengono trattate con un gioco di ribaltamento paradossale, invece di risolvere i problemi o lottare per un mondo migliore il pubblico viene invitato a scaricare tutti i suoi problemi su un attore che è un giocatore-pedina e che si contenderà con gli altri la possibilità di arrivare per primo alla casella finale: quella del suicidio. Varie prove e imprevisti faranno avanzare o indietreggiare i personaggi su un tabellone, anche grazie all’aiuto del pubblico dal vivo.

Quattro personaggi conducono il pubblico a giocare una folle partita a uno strano e innovativo gioco dell’oca, che ha come obiettivo la casella finale del suicidio. Un conduttore coinvolge gli spettatori per fare avanzare tre pedine umane sul tabellone: un dottorando, un precario e uno stagista attraverseranno imprevisti, prove collettive e prove individuali con un ritmo comico serrato e pezzi di improvvisazione basati su input che vengono dal pubblico. Vincerà chi riesce ad accumulare più sfighe e perciò più “disagio”. Nell’arco dei 70 minuti di spettacolo si affrontano temi quali l’amore, la paura del futuro, il lavoro, la sessualità, la politica, la solitudine e l’indeterminatezza. Uno spettacolo di cinica auto-analisi collettiva che non fa sconti a nessuno: irriverente, comico e profondo, che ci costringe a fare i conti con il mondo che abbiamo costruito e la vita che vorremmo. Il linguaggio alterna in un ritmo serrato citazioni colte, riferimenti pop e provocazioni trash.

“Sappiamo chi sei.
Tu sei un disagiato. Lo sai tu e lo sappiamo anche noi. Sappiamo quante energie sprechi per non farlo vedere. Fratello disagiato, basta: Il disagio non è un ostacolo sulla strada, il disagio è la strada.
Non cercare di cambiare te stesso. Non cercare di apparire migliore. Accettati come sei: pigro, inetto, inconcludente, dispersivo, vile. Noi ti vogliamo bene così.
Non preoccuparti: elimineremo assieme ogni senso di colpa, ogni residuo di frustrazione.
Noi siamo qui per aiutarti.
Siamo portatori di un messaggio universale che si esprime attraverso la pratica delle tre d:
Distrazione, Disinteresse, Disaffezione.
Stringi la mano che ti porgiamo. Il futuro è  nostro. Grandi giorni di festa si avvicinano.
Noi siamo la Generazione Disagio. E ce ne sbattiamo il cazzo.”

 

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