Data
- Dal 10 Ott 2017 al 16 Ott 2017
- Spettacolo Concluso
Luogo
Costo
- A partire da 15€
Biglietti
-
Crediti:
GIULIO CESARE. UCCIDERE IL TIRANNO
riscrittura originale Fabrizio Sinisicon
Nicola Ciaffoni Casca
Daniele Russo Cassio
Rosario Tedesco Antonio
Isacco Venturini Brutoregia Andrea De Rosa
assistenti alla regia Dario Farooghi, Emanuele ScherilloUNA COMMEDIA DI ERRORI
riscrittura Marina Dammacco, Emanuele Valenti, Gianni Vastarellacon
Giuseppina Cervizzi Adriana / Vincent
Christian Giroso Mimì Petrosino di New York / Pit Marrone
Vincenzo Nemolato Mimì Petrosino di Buenos Aires / Jack Cervello
Valeria Pollice Luciana / Prostituta cinese
Emanuele Valenti Tony Capanera di Buenos Aires / Joe Artiglio
Gianni Vastarella Tony Capanera di New York / Eduardo Capaneravoce registrata Adriano Pantaleo
musiche originali Giovanni Block
regia Emanuele Valenti
aiuto regia Marina Dammaccouno spettacolo di Punta Corsara
- Durata Spettacolo: 70 minuti
Ogni sera una tragedia e una commedia di William Shakespeare.
Con un solo biglietto assisti a tutti e 2 i titoli in programma a partire dalle ore 20.00 e Domenica ore 18.00.
Giulio Cesare. Uccidere il tiranno
«La storia del Novecento è stata attraversata da molte infami dittature e altre sembrano affacciarsi in questo oscuro inizio del nuovo millennio. Un destino inesorabile ci riporta continuamente a fare i conti con questo spettro, brutale e contraddittorio, che da sempre si agita nella storia umana: si vuole, si può, si deve uccidere il Tiranno?» Andrea De Rosa, insieme al drammaturgo Fabrizio Sinisi, cerca una risposta a questa domanda nel Giulio Cesare di Shakespeare. Privilegiando l’aspetto politico e filosofico dell’originale, realizza un allestimento dall’atmosfera metallica in cui i congiurati Bruto, Cassio e Casca (Isacco Venturini, Daniele Russo e Nicola Ciaffoni) cercano le ragioni profonde del loro omicidio, le interrogano e ne sono, al tempo stesso, travolti. Nel frattempo Antonio (Rosario Tedesco) cerca di ricomporre un ordine dando sepoltura a Cesare e cercando di interpretarne il cambiamento: chi, o cosa può venire dopo Cesare? Tornare alle antiche forme o assecondare il nuovo corso dell’epoca? Tutta l’azione è immersa in una «notte della storia» nella quale i congiurati saranno infine sopraffatti dalla certezza che quell’omicidio non basterà – come avevano creduto – a salvare la res publica, perché ormai l’identificazione tra Cesare e Roma è profonda e irreversibile. «Prendendo lo Stato, Cesare ha impersonato lo Stato, lo ha plasmato e modificato strutturalmente, tanto che, anche dopo il suo assassinio, niente potrà essere più lo stesso. – prosegue De Rosa – Uccidere il Tiranno può non bastare perchè spesso il potere del Tiranno risiede proprio nella comunità che lo subisce, che arriva talvolta a proteggerne e tutelarne il dominio». Uno spettacolo elegante e potente che, pur rimanendo fedele al dramma secentesco, lo trasforma in una riflessione dalla stringente attualità.
Una commedia di errori
The comedy of errors, probabilmente la prima commedia scritta da Shakespeare – a sua volta ispirata ai Menecmi di Plauto – nelle mani di Punta Corsara diventa un modo per giocare in maniera originale con il tema del doppio e della ricerca di sé attraverso il viaggio.
Nella New York di inizio Novecento agiscono un gruppo di personaggi fuori dal comune: italoamericani che vivono e si incontrano/scontrano tra ispirazioni artistiche e lavori non proprio legali. Una Little Italy dalla comicità surreale, dove lo sbarco da Buenos Aires di Tony Capanera e Mimì Petrosino – un aspirante attore in cerca di fortuna e il suo aiutante – fa scattare l’esilarante macchina degli errori e degli equivoci che funziona senza sosta fino alla fine. Una rilettura originale che si muove all’interno dello scheletro dell’opera di Shakespeare ma la caratterizza con un senso della farsa tipicamente “corsaro” «Diciamo – spiegano gli autori – che ripercorrendo il tragitto delle navi cariche di italiani di razza meridionale, abbiamo cambiato l’arredamento di questa casa degli specchi senza spostare una porta, abbiamo rifatto l’intonaco senza cambiarne la pianta, scoprendo che anche quella degli italoamericani è un’altra fertile storia di errori, miscugli, separazioni e forse ritrovamenti». Elementi scenici semplici ma al tempo stesso sofisticati, trasformano rapidamente l’ambiente, in cui i continui cambi d’abito e i travestimenti sono scanditi dal ritmo serrato e incalzante delle musiche originali di Giovanni Block ispirate alle melodie del ragtime di inizio ‘900 e alle note atmosfere delle colonne sonore di Ennio Morricone.
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