Dal 09 febbraio Al 18 febbraio

Salveremo il mondo prima dell’alba

uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
Calendario
  • Crediti:

    Salveremo il mondo prima dell’alba
    uno spettacolo di CARROZZERIA ORFEO

    drammaturgia Gabriele Di Luca
    con (in o.a.) Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati

    regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

    assistente alla regia Matteo Berardinelli
    consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON
    musiche originali Massimiliano Setti
    scenografia e luci Lucio Diana
    costumi Stefania Cempini
    direzione tecnica Alice Mollica e Andrea Gagliotta
    tecnico elettricista Ermanno Marini
    creazioni video Igor Biddau
    con la partecipazione video di Elsa Bossi, Sofia Ferrari e Nicoletta Ramorino
    illustrazione locandina Federico Bassi e Giacomo Trivellini
    organizzazione Luisa Supino e Francesco Pietrella
    ufficio stampa Raffaella Ilari

    una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
    in collaborazione con Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale

  • Durata Spettacolo: 150 minuti

In un mondo sempre più individualista, dominato da un tempo schizofrenico e performativo, il prezzo da pagare anche per i vincenti sono l’angoscia e il terrore del fallimento che, oggi più che mai, portano le persone a soffrire di panico sociale, insonnia e insoddisfazione cronica. Salveremo il mondo prima dell’alba è il racconto della vita di alcuni ospiti in una clinica di riabilitazione di lusso situata su un satellite nello spazio, nuova meta turistica dei super ricchi, specializzata nella cura delle dipendenze contemporanee (sessuali, affettive, da lavoro, da psicofarmaci). Sono tutti vittime di queste e del proprio egoismo, prodotti di un mondo dove parole come comunità e gentilezza sono quasi del tutto bandite se non per essere strumentalizzate a fini propagandistici e commerciali. Ciò che ne rimane è un’umanità confusa e impaurita, sopraffatta dall’ossessione di questo continuo doversi vendere, con il terrore che nessuno ti voglia mai comprare.

 

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